Una piccola ma scelta rappresentanza di questo esimio consesso ha assistito ieri sera alla terzultima rappresentazione de La Cenerentola al Regio di Torino. In una sala strapiena di un pubblico festoso, reattivo e soprattutto devastato dalla bronchite (propongo per il futuro di posizionare nel foyer del teatro tinozze di caramelle alla codeina) e’ stata rappresentata la nota produzione Ronconi/Palli, nata a Pesaro qualche anno fa. Quella della cicogna, per intenderci.
Salto a pie’ pari le considerazioni sulla parte visiva, di cui parlero’ a parte.
Appena entrati in teatro, ancora in coda al guardaroba, abbiamo avuto da fonte sicura la ferale notizia che Sonia Ganassi aveva la febbre ma era intenzionata a cantare. In sala, infatti, e’ stato dato l’annuncio in forma ufficiale. Che dire? La Sonia stava male e si sentiva. La voce si arrochiva di frequente, in basso tendeva a parire, la coloratura era problematica. Succedeva poi una cosa strana, che non so fino a che punto sia da attribuire all’influenza. Alcuni passi di agilita’, tutti quelli con passaggi o scale ascendenti, mettevano la Ganassi in evidente difficolta’, ed erano eseguiti quasi a denti stretti e producendo un suono per nulla gradevole. Non so se fosse un tentativo per superare un problema vocale dovuto al malessere, mi piacerebbe sapere da chi ha visto le recite precedenti se ha notato una cosa del genere. Comunque, la Ganassi e’ arrivata in fondo da seria professionista qual e’ ed e’ venuta a capo onorevolmente anche del rondo’, seppure utilizzando per le variazioni finali una specie di falsetto che sapeva di forzato ripiego. Per la cronaca, il rondo’ ha avuto comunque una discreta e affettuosa ovazione accompagnata da alcuni fischi francamente inopportuni, visto l’evidente stato di malessere in cui si trovava la cantante, che piu’ di una volta durante l’opera ha girato la testa per tossire.
Ramiro era Antonio Siragusa, che ha fatto tutto bene e anche benissimo ma ha infilato nella grande aria del secondo atto una serie di acuti decisamente tirati. Lo so, da quando Florez e’ sceso fra noi abbiamo avuto la prova evidente della perfezione vocale tenorile. Siragusa e’ un ottimo cantante che non si merita un ingiusto paragone con Florez. Diciamo che, dimenticando Juan Diego, il suo e’ probabilmente il miglior Ramiro in circolazione oggi.
Esecrabile il Dandini del sempre piu’ insopportabile Roberto De Candia, trasandato vocalmente e scenicamente pieno delle solite mossette che rendono i suoi personaggi uno la fotocopia dell’altro. Non mi ha entusiasmato il Magnifico di Andrea Concetti, che ha grande presenza scenica e ottimo impatto nei recitativi, ma da un punto di vista puramente vocale e’ un po’ insipido. L’aria di entrata e’ scivolata via quasi senza un applauso. Bravissimo invece Marco Vinco come Alidoro e, come dire?, simpatiche le due sorelle, di cui non ricordo i nomi. Vocalmente la soprano era a suo modo gradevole (anche se molto stile sopranino/cucu’), ed ha avuto anche l’aria prima del finale reintegrata. L’altra sorella era francamente problematica da ascoltare, ma nell’insieme il duo era molto divertente.
La direzione di Enrique Mazzola mi e’ parsa piu’ che buona, varia nei tempi e non troppo incline a certi manierismi che ormai sono entrati nella tradizione, come la stucchevole enfasi sulle erre nel concertato del nodo rintrecciato.
Riccardo Domenichini
[This review originally appeared at Opera Seria, a Yahoo group. It is reprinted with the permission of the author.]